LUCA MAIONE

Chirurgo Plastico, Ricostruttivo ed Estetico

Milano

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Blefaroplastica: l’intervento alle palpebre che ridà freschezza allo sguardo

La blefaroplastica racchiude alcuni tipi di interventi di chirurgia estetica che riguarda le palpebre (in greco blefaro vuol dire appunto palpebra), che ha il compito di correggere i difetti delle palpebre superiori, inferiori o entrambe, ad esempio la ptosi palpebrale, che causa un abbassamento delle palpebre fin dalla nascita (ptosi palpebrale congenita) sia come conseguenza dell’età (ptosi palpebrale acquisita). 

Questi tipi di interventi regalano da subito un aspetto più giovane e fresco al viso. Nel caso si intervenga sulle sole palpebre superiori, si parla di blefaroplastica superiore, nel caso in cui riguardi solo le palpebre inferiori, blefaroplastica inferiore. 

Cos’è la blefaroplastica superiore                                                                                                                                  

La blefaroplastica superiore si effettua in pazienti che, oltre a presentare un problema di ptosi, possono avere problemi legati ad un eccesso di cute sulla palpebra stessa, che, oltre ad essere un problema di natura estetica, può anche limitare la visione laterale. Praticata in anestesia locale, si effettua dopo aver calcolato la cute ed il grasso erniato e o il muscolo orbicolare eventuale da asportare, tracciando un incisione a circa 7-11 mm dalle ciglia, così da formare una cicatrice lineare che cadrà su una plica naturale. 

Cos’è la blefaroplastica inferiore                                                                                                                                 

La blefaroplastica inferiore è invece consigliata per correggere le cosiddette “borse sotto gli occhi”, delle erniazioni con escrescenze di grasso verso l’esterno, che rendono il viso “vecchio e stanco”. Si pratica in anestesia locale, asportando con la tecnica tradizionale le ernie adipose ed eventuale cute eccedente tracciando una linea di incisione a circa 1 mm dal margine ciliare, così da formare anche qui una cicatrice lineare che cadrà su una plica naturale. 

Se la palpebra è ipotonica, si può intervenire per via trans congiuntivale con il metodo di Jelks chiamato “no touch tecnique” per asportare la cute in eccesso. Un recente studio pubblicatolo scorso novembre su Plastic and Reconstructive Surgey, una delle principali riviste americane di settore, indica una nuova tecnica, la tecnica della linguetta tarsale o del tendine canterale o KS (così chiamata dai suoi ideatori Kuhnt e Szymanowski), per correggere la lassità delle palpebre inferiori attraverso un lifting sottopalpebrale che, mettendo in tensione il margine ciliare della palpebra inferiore, permette di resecare un segmento a forma di pentagono sull’intera parete palpebrale che darà un viso più tonico. 

Blefaroplastica: come prepararsi all’intervento                                                                                                     

E’ necessario, prima di sottoporsi ad un intervento di blefaroplastica, effettuare alcuni esami come Ecg, Rx Torace, esami bioumorali di routine. A due settimane dall’intervento, occorre sospendere l’uso di alcune classi di farmaci, come quelli anticoncezionali, a base di omega 3 o antinfiammatori. Si dovranno inoltre effettuare degli incontri di valutazione preoperatoria dal chirurgo, per valutare la cute ed il grasso da asportare nel caso si intervenga sulla palpebra superiore, valutare il riposizionamento della palpebra nel caso della ptosi, ed effettuare test di tonicità sul muscolo oculare nel caso si intervenga sulla palpebra inferiore. 

A che età sottoporsi alla blefaroplastica                                                                                                                  

L’età adatta per sottoporsi a questo tipo di intervento estetico dipende dalle particolarità del soggetto e dalla sua storia clinica: se la perdita di tono delle palpebre è legata all’invecchiamento, si può pensare a questo tipo di intervento dai quarant’anni in poi; se invece è legata ad una ptosi congenita o a delle erniazioni profonde, ci si può sottoporre a questo intervento anche in età più giovane. 

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